Senza titolo

Un quarto d’ora prima di morire, Luigi Rivola parlava di moto. Naturale, diranno in molti. Sì, naturale, era l’argomento principale per cui era conosciuto e di cui gli altri volevano parlare, quando incontravano Luigi Rivola.
Luigi Rivola, però, non era solo “i motori”. Come mi ha detto un suo amico al telefono, oramai le moto erano diventate la scusa per vedersi e parlare di altro. Ma altro cosa? Altro la vita.

Luigi Rivola, era il “patàca” che si presentava sotto al liceo con la motocicletta, poi è stato atleta, pilota di moto, detentore di record mondiali di velocità, aviatore, scrittore, giornalista, storico, meccanico, falegname, elettricista, fotografo. Nel mezzo è diventato padre 3 volte, nonno 5 volte, ha avuto 3 cani. Ha parlato e avrebbe parlato ancora per ore di storia locale, di aerei, di politica, di elettrotecnica, di viaggi.

Quindi, parafrasando monsieur Lapalisse, vorrei riformulare la frase iniziale così: un quarto d’ora prima di morire, Luigi Rivola era vivo, in un modo per cui molti di noi lo ammiravano e che, nel lavoro e nel privato, ci ha consegnato: antagonista della noia, onesto, pronto a impegnarsi, appassionato e mosso da costante curiosità. Un quarto d’ora prima di morire è capitato che parlasse di moto: un argomento come un altro, per un uomo sempre alla ricerca della vita.

 

 

Questo è quello che ho da dire su Luigi Rivola e che hanno ripetuto in tanti. Descriverlo come una persona eclettica, sempre positiva e generosa, adesso mi suona banale, ma non trovo un altro modo per dire la verità. C’è chi questa verità la conosce meglio di me, perché ha avuto modo di conoscerlo meglio, in tante vesti. Io l’ho conosciuto soprattutto come padre e non è stato semplice per nessuno dei due. Mi ha fatto arrabbiare tante volte, io l’ho fatto preoccupare tante volte, forse non ci siamo mai capiti fino in fondo. Babbo, spero che da lassù tu possa avere finalmente una visione complessiva, perdonarmi un po’ e indicarmi la strada. A un certo punto della tua vita l’hai trovata, io sono ancora in cerca.

Comunque, oggi mi sono chiesta qual è la cosa per cui esserti sempre grata e la risposta è arrivata velocemente: i miei fratelli, che sono buoni, divertenti e che stimo tanto. Ti somigliano.

Ciao, ovunque tu sia, spero ci sia una moto per te.