Alluvione in Emilia-Romagna: i link per donare.

Martedì 16 maggio alle 19:30 è nata Alice, la prima figlia dei miei amici Chiara e Tommaso. Uso questo riferimento per ritrovarmi sul calendario, perché ho perso la cognizione del tempo. L’alluvione in Emilia-Romagna non ha toccato la mia casa e neppure quella dei miei genitori, i miei affetti sono tutti vivi: è il pensiero a cui mi aggrappo quando il disorientamento supera la soglia di sopportazione, impedendomi di fare qualsiasi cosa. Io sono fortunata.

Ho un messaggio del mio migliore amico che mi ricorda, però, quanto sia stata vicina a perdere qualcuno e ho le immagini di questi giorni, passati a togliere acqua e fango a Faenza, che mi fanno dire: neanche le fotografie sono abbastanza per raccontare quello che è successo.

Non metterò in circolazione ulteriori foto, non me la sento di condividere una cosa così intima come la devastazione delle case altrui. La sovraesposizione di casi singoli non serve, è sufficiente il dolore, vasto quanto il territorio colpito. Voglio, però, condividere quanto detto da Luca Della Godenza, sindaco di Castel Bolognese, e riportato da Il Post, perché sottolinea un altro tipo di dolore, che ha a che fare con la mia identità di romagnola di collina:

Qui è cambiata la geografia, bisognerebbe riscrivere i libri: non ci sono più dei monti, non ci sono più delle strade, non ci sono dei ponti. In collina non bastano i soldi, non bastano i ristori. O il governo approccia la questione in un certo modo, oppure lo spopolamento diventa immediato, perché non c’è più una strada agibile.

Le colline faentine e imolesi sono, per me e per tanti altri, un rifugio felice. In collina si mangia una piadina guardando il tramonto, si nascondono gli innamorati, si scappa e si cammina per rimettere ordine nei pensieri. Averle a pochi chilometri dai centri abitati è una fortuna che le grandi città ci invidiano. Non percorrere più la stessa strada per andare alla Pietra Mora, o a Giugnola, o scoprire che un campo di fianco al quale passavo sempre per andare a Modigliana è sparito, significa tranciare un anello di congiunzione tra il mio passato e il mio presente.

La ricostruzione sta già avvenendo, grazie alla forza di volontà e alla generosità di tutti i romagnoli, che veramente non si perdono d’animo nemmeno per un secondo. In questo caso, è cambiata la geografia sociale. La diffidenza che caratterizza questo secolo, e che tre giorni fa mi rendeva titubante all’idea di violare lo spazio privato di uno sconosciuto, pur con l’intento di aiutare, è decaduta. Le emergenze cambiano le regole, forse le riportano a uno stadio precedente, il timore cede il passo all’incontro con l’altro. Una questione di attimi, una relazione che si sviluppa a partire dal riconoscimento di se stessi nell’altro in difficoltà. Questo gioco di specchi che è l’empatia è il motore dei tanti giovani che da giorni hanno la pala in mano per liberare il piano terra di anziani, famiglie, attività commerciali del nostro territorio.

La normalità è ancora lontana, ma intanto viviamo questo momento con il sorriso, mangiando in piedi dei panini preparati da altri volontari e svuotando le città da acqua e fango, più veloci dei fiumi che hanno esondato.

Se volete donare qualcosa per la ricostruzione, che vi lascio alcuni link per le raccolte fondi:

Regione Emilia-Romagna: https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione

Unione della Romagna Faentina: https://www.romagnafaentina.it/Notizie-ed-eventi/Notizie-in-evidenza/Raccolta-fondi-emergenza-alluvione

Associazione della Croce Rossa Italiana: https://cri.it/alluvione-emiliaromagna/

Comune di Faenza: https://www.comune.faenza.ra.it/Archivio-Notizie/Raccolta-fondi-per-l-emergenza-alluvione

Comune di Imola: https://www.comune.imola.bo.it/argomenti/sicurezza-e-protezione-civile/emergenza-maltempo/come-aiutare