Di nuovo Bolzano, e i progetti da freelance.

Sono tornata a Bolzano per festeggiare la mia amica Sahira, che si è addottorata. È stata magnifica, mi ha fatto riflettere su quanto sia importante saper spiegare il proprio lavoro in modo sistematico e completo. Einstein diceva “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”: la nonna di Sahira avrebbe capito il lavoro della nipote pur non sapendo l’inglese (lingua ufficiale dei corsi di dottorato internazionali).

Prima di spiegare un progetto, spiega chi sei.

La difesa della tesi è consistita in una relazione di quaranta minuti, supportata da un power point. A seguire, una corposa sessione di domande. Sahira ha esordito con i saluti e dando tutti i riferimenti necessari affinché il pubblico potesse orientarsi: sono qui per esporre uno studio durato 3 anni, a cui hanno collaborato A e B, facenti parte del gruppo V e Z, e la professoressa K, che mi ha affiancato durante il periodo all’estero. Con il linguaggio scorrevole di chi maneggia bene la materia e la gratitudine nella voce, in un minuto e mezzo aveva già raccontato qualcosa di sé e definito la portata del progetto e la sua interdisciplinarità.

Strutturare una presentazione: contesto, coerenza, chiarezza.

La presentazione aveva una divisione chiara, la grafica delle slide era ripetuta e ordinata, le immagini erano esemplificative e le foto avevano la giusta risoluzione. Dopo una settimana, ancora ricordo la struttura del discorso:

1. Contestualizzazione: qual è il problema? Qual è lo stato dell’arte oggi? Perché approcciarsi al problema da un punto di vista ingegneristico?

2. Le fasi del progetto:
– Studio dello Shime (simulatore dell’ecosistema microbico intestinale umano);
– Valutazione del tipo di sensore da utilizzare;
– Realizzazione del sensore;
– Test del sensore;Per ogni step, Sahira ha descritto gli ostacoli di partenza, quelli emersi in itinere e i risultati, che costituivano le basi della fase successiva.

3. Riassunto dei risultati;

4. Infine, ha dedicato una slide alle prospettive future, proiettando in avanti l’attività di ricerca svolta. Troppe volte la ricerca scientifica è considerata fine a se stessa, mentre dovrebbe avere un peso universale: ricordiamoci che ha un valore sociale, portata avanti non tanto per chi c’è oggi, ma per chi esisterà domani.

Il modo in cui Sahira ha difeso la propria tesi è l’esempio perfetto di come vorrei illustrare i miei lavori e le mie proposte. Quando scrivo per un’azienda, la mia speranza è che le persone non dicano “Questo testo mi piace”, ma “Questo testo è giusto per il mio obiettivo”. Perché ciò avvenga, il mio interlocutore deve conoscere il mio pensiero e solo giustificando le mie scelte potrò dimostrare che la creatività è supportata dal ragionamento.

Non è approccio scontato. Certo, quando un progetto piace a scatola chiusa va bene; quando va male, poi non si hanno gli strumenti per intavolare il dialogo e aggiustare il tiro.

Detto questo, Enhorabuena, amiga mía! Tengo suerte de haberte conocido y estoy orgullosa de ti!