Mi sono svegliata pensando di essere a Imola, invece sono a Bolzano.
Ieri ho fatto la richiesta per il cambio residenza, devo trovare un patronato per fare l’ISEE, devo fare la spesa e lavorare. Ma sono qui nel letto e una forza sconosciuta mi impedisce di muovere anche solo un muscolo. Apro un occhio: cazzo, sì, sono proprio a Bolzano. Con la mano tasto alla mia sinistra e trovo il cellulare. Leggo un messaggio, sorrido, richiudo gli occhi. Il mio ultimo pensiero prima di riaddormentarmi è: chissà se c’è un e-commerce che porta i cappelletti fino in Alto Adige.
Mi risveglio, è passata una mezz’ora. Nel sonno, anzi, nel sogno, qualcuno mi accarezzava i capelli. La casa è ancora vuota, fuori è freddo e quindi, forse, uscirò davvero per andare al supermercato. Darò a questo cambio drastico di temperatura un significato ben preciso: la pacchia è finita, muovi il culo e lavora.
Mi siedo con le gambe fuori dal letto: certo che, con questo tempo, un bel brodo ci starebbe. Cazzo, i cappelletti!