Le pagliare del Sirente

Ciao a tutti,

Scusate l’assenza. Giugno e luglio sono passati in un lampo, credo di aver fatto tante cose, eppure ora non ne ricordo neanche una. So solo che ero molto stanca e avevo bisogno di una vacanza. Sono riuscita a partire, sebbene con un’imbarazzante pianificazione che più volte mi ha fatto pensare che avrei dormito in macchina, e ho visitato una territorio che conosco molto poco ma che fa parte della mia storia familiare: l’Abruzzo.

Dopo diciotto anni sono tornata nei luoghi dove è nata la mia mamma e ho provato l’ebrezza di un pranzo abruzzese di Ferragosto con i parenti: ben quattro ore a tavola, pensavo mi avrebbero portato via con l’ambulanza.

Tra una tappa e l’altra ho finito un thriller che tenevo sul comodino da mesi (periodo lavorativo: duecento pagine in sei mesi; vacanze: quattrocento pagine in cinque giorni). Mi sono lasciata suggestionare e, arrivata in cima alle pagliare di Tione degli Abruzzi, la mia visione del paesaggio era un po’ distorta da qualche macabro pensiero.

Ho scattato delle foto per Instagram e e ho pensato che avrei scritto una didascalia insolita, ma la mia fantasia ha raggiunto le quattromila battute. Che sono pochissime comunque, ma troppe per essere lette in carattere 8 in un social che lavora per immagini su cui siamo abituati a porre l’attenzione per meno di due secondi.

Ecco, quindi, un racconto molto breve pubblicato su TYPEE. Questo sito mi piace molto, le critiche che ricevo sono sempre costruttive. Potete commentare direttamente lì anche voi, oppure qui sotto, altrimenti avete il mio numero e il mio indirizzo email. Lasciatemi un feedback, la vostra opinione mi interessa.

Buona lettura!

Ingresso alle pagliare di Tione degli Abruzzi