Vanni Santoni non è un tipo restio alla socialità, men che meno a poche settimane dall’uscita del suo nuovo libro, in piena fase promozionale. Tiene corsi e interviene a incontri dedicati alla scrittura, capita di trovarlo in diretta sui social a interagire con appassionati lettori e gente del mestiere. Due giorni fa ho saputo che avrebbe presentato il suo ultimo romanzo, La verità su tutto (Mondadori), al centro giovani Ca’ Vaina di Imola. Guarda un po’, io abito a Imola. Ho un filo invisibile che lega Santoni al mio passato, ai miei amori non corrisposti, alle mie turbe giovanili – oggi ho cambiato punto di vista: i miei scombussolamenti interiori sono coccolati, li proteggo, facendomi sentire ancora adolescente – perciò decido di partecipare. Vado oltre, lo cerco su Instagram e propongo una bevuta prima che salga sul palco. Prometto di non spremergli consigli, né di rifilargli i miei testi, perché durante una lezione disse che gli scrittori professionisti rifuggono gli aspiranti tali.
Continua a leggere l’articolo su Gagarin Magazine.